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Bibliografia 2006

 

LIMINA, (Rocca Possente, Stellata di Bondeno - FE, Settembre 2006:

[...] la coppia di artisti ha realizzato una videoinstallazione dove si mettono in scena alcuni stereotipi collettivi. In ciascun monitor viene presentato un video dedicato ad un rappresentante di una categoria sociale: una bambina, un’anziana, un omosessuale e un disabile; ognuno di loro è stato invitato a raccontare un momento di vita atteggiandosi secondo i modi che pensava fossero quelli che più ci si aspetta dalla loro condizione. E’ una sorta di corto circuito grazie al quale noi spettatori di queste azioni, al margine tra autopresentazione e recita, ci possiamo rendere conto della limitazione di sapersi inseriti in un clichè. La confluenza caotica di voci indistinte che ne risulta conferma quanto tali contorni dettati dai luoghi comuni siano inconsistenti: alla fine, nel confronto con questo pezzo di mondo, ci troviamo semplicemente immersi tra la gente.

Massimo Marchetti

MODULO (Azzurroprato per dr), (Torre Civica, Molinella-Bo, Dicembre 2006):

La ricerca di Dragoni-Russo, vede prevalere, negli ultimi lavori,  un costante interesse verso alcune problematiche sociali che in qualche modo rientrano nella sfera del lavoro relazionale che, da sempre, distingue la loro poetica.
            Scegliere come propri collaboratori persone diversamente abili, oltre a determinare la scelta di un lavoro “pubblico”, ne caratterizza le peculiarità di un’opera realizzata a sei, otto o dieci “mani”. Oggi più che mai, il “delegare” la manifattura della realizzazione artistica rientra nelle prospettive della produzione di moltissimi artisti. Per Dragoni-Russo non basta. La ricerca va oltre. E non soltanto perché i collaboratori sono persone diversamente abili, ma perché, la poetica di questi individui, diventa scelta artistica,  non casuale, del prodotto finale dell’opera. Ne distingue l’operato di ciascuno. Non viene “delegata” la produzione manuale; anzi. E’ il valore più che mai concettuale dell’opera, della scelta , che diventa “delega” alla coppia d’artisti. Una sorta di processo inverso, che non solo rivaluta le possibilità artistiche e non artigianali, degli individui coinvolti, ma ne esalta le capacità intellettuali. Ed è questo che distingue il lavoro di Dragoni-Russo, dai riduttivi interventi operati presso Pubbliche Istituzioni assistenziali dedicate a certe categorie. Il prodotto finale, l’opera, diventa dialettica, operativa, aperta. E’ consapevole. E non solo grazie all’intervento dei meri artisti, ma, e soprattutto, all’intervento dei “nuovi” artisti che diventano protagonisti non solo nella fase produttiva, ma proprio in quella ideativa e progettuale.
            Quale allora il ruolo semantico di Dragoni Russo? Gli artisti non sono semplici “mediatori”. Rilevano e rielaborano in modo partecipativo la produzione artistica altrui, costruendo un “prodotto finale” di alto valore estetico.

Adriana Torregrossa

 

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